Giovanna e Ignazio in Turchia

Scritto da Tarditi Giovanni il 15-02-2024

La nostra esperienza a Eckinci.

Io e Ignazio arriviamo ad Antiochia in autobus da Adana,l'11 dicembre verso le 10 di sera. Le nostre amiche Servas - Esra, Fatima, Tuna - ci riservano una bella sorpresa: hanno preparato, con alcune bambine della Scuola di Pace, due fogli con su scritto i nostri nomi - Giovanna e Ignazio -, questo piccolo gesto ci mette subito a nostro agio.

Andiamo a casa di Fatima, la nostra host, dove ci aspettano i suoi genitori e altri membri della famiglia seduti su dei grandi divani attorno a una grande stufa. Non c'è luce, come accade spesso la sera (anche durante il giorno) , ma stanno lo stesso svegli fino a tardi a chiacchierare.

Così trascorrono qui le loro serate, in una città distrutta dal terremoto, anche la vita culturale e ricreativa è stata interrotta: non ci sono cinema né teatri né ristoranti, solo qualche posto dove servono kebab ricostruito in baracche o prefabbricati. Il giorno dopo andiamo alla scuola media e superiore di Eckinci, è la settimana dei prodotti locali, cosicché in tutte le aule si banchetta con cibarie varie preparate dai genitori. Proviamo un po' di tutto, dal salato al dolce, difficile ricordare i nomi turchi, ma predominano il pane tipo pitta, lo yogurt, i dolcetti al miele.

Tra una ricreazione e un'altra visitiamo diverse aule, dove ci accolgono sorridenti e vivaci bambine e bambini dai 10 ai 12 anni che subito, nel loro stentato inglese, ci chiedono i nostri nomi e da dove veniamo. Facciamo vedere loro alla slim la cartina della Sicilia, da dove veniamo e poi, siccome si vogliono muovere, faccio ballar loro una tarantella e gli chiedo di mostrarmi una danza turca. Si crea una bella e allegra atmosfera al ritmo di note italiane e turche.

A fine incontro ci chiedono di tornare e quando lo facciamo, due giorni dopo, tutti ci salutano e ci fanno festa. Alcuni di loro frequentano la scuola di pace servas, cosicché li rivedremo lì la fine settimana e insieme disegniamo qualcosa sulla pace e facciamo dei giochi in movimento, perché non riescono a stare fermi a lungo. Eckinci dopo il terremoto, non ha parchi gioco né palestre, pertanto la scuola e la scuola di pace servas sono gli unici spazi dove i bimbi e le bimbe possono giocare. Un altro giorno andiamo alla scuola elementare di Eckinci. La nostra amica servas Selen che insegna lì ci dice che prima le classi erano molto più numerose, dopo il terremoto i bambini sono diminuiti perché molte famiglie si sono trasferite in altre città. Anche qui ci ritroviamo con bimbi/e molto vivaci e desiderosi di apprendere e di ballare la tarantella. Eckinci è stata in buona parte distrutta dal terremoto, ancora ovunque si vedono macerie e qualche scavatrice al lavoro. Purtroppo i rifiuti non mancano, il fiume che attraversa il paese è praticamente sommerso da plastiche e rifiuti vari, ma in compenso in molti balconi, più o meno precari, fanno la loro bella figura piante varie, ho visto delle rose davanti alla porta di una casa e in tutti i giardini privati ci sono alberi di agrumi e melograno.

Molte strade non hanno asfalto e pertanto la polvere e il fango fanno da padroni. Agli abitanti vengono distribuiti acqua e carbone gratis, ma non si può certamente dire che si stia facendo molto per ricostruire, molto sembra affidato all'iniziativa privata. Durante il giorno ho potuto notare che le donne restano a casa, spesso si fanno visita tra di loro, ciò mi fa ricordare quando da bambina andavo a trovare i nonni di Ragusa: le porte delle case erano sempre aperte e le vicine entravano senza bussare né chiedere permesso. Qui è lo stesso e chiaramente lo spazio deputato è la cucina, attorno alla stufa a legna, come posso osservare a casa del fratello di Mehmet che ha voluto ospitarci per gli ultimi tre giorni. In giro si vedono molte tende e container, dove vive chi ha perso casa, comunque tutti hanno in giardino una tenda nel caso in cui se ne dovesse ripresentare la necessità...

In effetti, in dieci giorni ci sono state due scosse - una di 3.8 e l'altra di 4.6, noi abbiamo avuto paura ma in casa nessuno si è mosso e ci hanno detto che queste scosse sono "per non dimenticare". Buon viso a cattivo gioco! Antiochia e e la vicina città di Samandag comunque sono molto più impressionanti di Eckinci. Della bella e storica città di Antiochia non resta quasi nulla: immense distese di macerie, scavatrici al lavoro, montagne di ferro estratto dalle macerie. Siamo stati al bazar che è riaperto da poco e al mercato del pesce per fare pesce al forno ai nostri host, che è stato molto apprezzato così come la pasta al forno preparata sempre da Ignazio.

I nostri host, da parte loro, ci servono ricche colazioni a base di uova, formaggio, olive, pane, accompagnati da caffè e tè turchi. Le nostre amiche lavorano ad Antiochia, hanno lasciato i loro rispettivi studi lontano da Antiochia per tornare ad aiutare la loro comunità a Ekinci. Esta lavora per "Save the children" nei campi dei rifugiati siriani, Fatima lavora per una ong turca con le donne che vogliono intraprendere qualche attività economica, Selene insegna inglese alla scuola elementare di Ekinci, insomma, si danno da fare per aiutare la loro gente. La scuola di pace è un pezzo di campagna vicino alla scuola media dove ci sono una grande tenda rotonda su di una base di legno e una rete per saltarci dentro. Qui i volontari svolgono attività per i bambini, attività che per ora sono solo il sabato e la domenica, tempo permettendo. Infine, siamo andati a visitare un campo rifugiati siriani: vivono in tende in mezzo al fango, i bambini sono tanti, gli uomini fanno lavoretti giornalieri, mentre le tre giovanissime donne che ho incontrato in una tenda a parte hanno detto a Esra (la servas che mi fa da traduttrice e lavora con loro), con un certo rammarico, che la loro vita si limita a badare ai figlioletti e a pulire... E non hanno più di 18 anni!

Concludendo questi brevi appunti, non è stato un volontariato organizzato, "ben strutturato" come pensavo fosse, ma tutte le persone conosciute, servas e non, ci hanno aperto il loro cuore e sicuramente questa attività servas è una bellissima opportunità di crescita personale. Pertanto, sono felice che ne stiano nascendo altre - Georgia, Uganda e forse Argentina.

Giovanna Minardi e Ignazio Sottile, dicembre 2023

 

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