Assemblea Regionale di Primavera

Scritto da Pomilla Biagio il 16-04-2023

Incontro Regionale Servas del 15/16 Aprile
San Biagio Platani/Sant'Angelo Muxaro.
 
Sabato 15
Ore 10 Sant'Angelo di Muxaro, visita necropoli protostorica, centro storico, museo civico (ingresso €3).
Ore 13: pranzo al BioAgriturismo Serra Pernice, Contrada Capraria (92020 San Biagio Platani AG; costo €15: antipasti, un primo, vino, acqua, pane, frutta, dolce, limoncello e caffè).
Ore 15.30: incontro con il filosofo Augusto Cavadi sul tema "La non violenza oltre i pregiudizi" presso i locali del BioAgriturismo.
Ore 18: laboratorio “come si fa il pane” utilizzando la farina dei grani antichi; il processo di lavorazione dell'uva per la vinificazione.
Ore 20: cena (costo €18: antipasti, un secondo con contorno, vino, acqua, pane, frutta, dolce, limoncello e caffè).
A seguire assemblea dei soci
 
Giorno 16
colazione
Ore 11: visita ad azienda zootecnica per conoscere il processo della preparazione della ricotta, (assaggio di una porzione, equivalente ad un cuppino, 1 €.)
A seguire visita al centro di San Biagio per vedere i famosi Archi trionfali Pasquali.
Pranzo: libero (per chi volesse pranzare a San Biagio si consiglia di prenotare).
 
Tanto per scoprire un po' la nostra storia...
Il primo elemento dell'odierno toponimo sembra derivare direttamente dal culto riferito ad Angelo da Gerusalemme, detto anche "Angelo di Sicilia".
 
Le origini risalgono al 1635, anno in cui Giovanni Battista Gerardi ottenne la licentia populandi. Gaetano Di Giovanni, nella sua opera Notizie storiche su Casteltermini e il suo territorio, attribuisce a Mariano Gianguercio, nel 1648, la fondazione dell'insediamento urbano, tenendo conto che nel Cedolario dei feudi della Val di Mazara, comincia proprio allora ad essere citata la "terra di San Biagio". Ma la licentia fa invece supporre che l'abitato abbia iniziato a svilupparsi alcuni anni prima, con poche case attorno ad una piccola chiesa.
La decadenza delle famiglie nobili siciliane non risparmiò neanche quella del signore di San Biagio, che trasferitosi nella villa della Noce a Palermo, con una serie di contratti redatti alla fine del settecento consegna in gabella tutti i possedimenti.
Il 1812 segna la fine della feudalità.
Nel 1864 si aggiunse il nome Platani per distinguere questo comune dagli altri centri italiani con lo stesso toponimo.
Le origini di questo paese rimangono indefinite. Un importante villaggio di età del ferro sorse intorno al XIII secolo a.C. da popolazioni indigene, identificate con i Sicani. Tale villaggio costituisce in archeologia un valido strumento cronologico per la produzione locale dalla crisi della prima società autoctona (XIII secolo a.C.) al rapporto con i primi coloni greci durante la grande stagione delle apoikiai nel corso dell'VIII-VII secolo a.C., tale da costituire per determinati autori una facies a sé stante. Nel 1511 venne costruito il centro abitato. Attorno al 1506 fu favorita la colonizzazione di profughi albanesi, che caratterizzò per diversi
anni la vita del paese, emigrati in queste terre a seguito dell'invasione turca dei Balcani sul finire del XV secolo. Nel 1600, la baronia venne acquisita dai Principi di Castelvetrano, D'Aragona e Tagliavia e infine passò sotto la giurisdizione del Pignatelli, Duchi di Monteleone, che la conservarono sino al 1812, quando in Sicilia la feudalità venne soppressa.
 
Dalla metà del XX secolo il comune utilizzava uno stemma non ufficiale di verde, alla testa di un arabo di carnagione con turbante sormontato da una mezza luna, non autorizzato dall'Ufficio Araldica della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Questo ha portato alla credenza dell'esistenza di un principe Mushar che avrebbe governato le terre di Sant'Angelo Muxaro. Nel 2020 è cominciato un iter per la creazione di uno stemma comunale più legato alla veridicità e alla tradizione della comunità locale, con una ricerca storica presso gli Archivi di Stato di Roma, Palermo ed Agrigento.
Sant'Angelo Muxaro è uno dei centri più importanti della Sicilia pre e protostorica. I reperti archeologici rinvenuti nel territorio e nelle tombe scavate nei fianchi del colle, su cui sorge il centro abitato, stabiliscono che questo luogo ospitò nell'età del ferro e del bronzo un'importante e florido centro. Di sicuro giocò un ruolo fondamentale la posizione geografica del sito, su cui sorge il paese, che assieme al Monte Castello e al Pizzo dell'Aquila, costituirono nell'antichità l'egemonia del centro sicano nel bel mezzo della media valle del Platani. Lungo i fianchi del colle della città si trovano innumerevoli tombe a grotticella, le più antiche risalenti al IX secolo a.C.: vaste necropoli di quello che doveva essere un ricco ed importante insediamento. La più grande e suggestiva tomba
protostorica della Sicilia, con i suoi circa 9 m di diametro e 3,5 m di altezza, è la “Tomba del Principe”, chiamata anche “Grotta Sant’Angelo”, dal nome del santo protettore che secondo la tradizione avrebbe scelto la grotta per il suo eremitaggio dopo averla liberata dal demonio. La grotta è costituita da una doppia
camera, con una volta a cupola (tholos) tipica di analoghe strutture micenee.
Gli scavi condotti da Paolo Orsi tra fine ‘800 e inizi del ‘900, hanno restituito reperti di altissimo valore archeologico: corredi funerari ceramici e d’oro che sono custoditi in diversi musei, quali il Museo Archeologico di Agrigento, il Museo Archeologico di Siracusa, il British Museum.
 
Il Museo
Nel dicembre del 2015, viene inaugurato il museo archeologico "MuSAM", per l'occasione, il British Museum ha messo temporaneamente a disposizione un pezzo unico di quasi tremila anni fa: una ciotola d'oro rinvenuta in una delle tombe della città antica e donata al British Museum nel 1772.
 
Il mito e la leggenda (?)...
Sant'Angelo Muxaro, comune di 1500 abitanti in provincia di Agrigento, è stata il "cuore" del mito di un regno sicano potente ed egemone entrato nel circuito della grande storia mediterranea e dei traffici egeo-micenei alla fine del secondo millennio a.C. Era l'antica Camico governata del re Cocalo? Molti ne sono convinti. Tra fonti antiche e miti, è noto che il re sicano Kokalos avrebbe causato la morte di Minosse, re di Creta giunto in Sicilia alla ricerca del fuggitivo Dedalo, architetto del labirinto del Minotauro.
 
Carissime e carissimi Servas il programma e le visite sono state preparate e organizzate con cura e attenzione dal nostro Ignazio Sottile.
Io mi sono permesso unicamente di inserire qualche informazione in più e qualche curiosità. Sicuramente questo momento d'incontro sarà arricchito dalle immagini che verranno in seguito inserite. Però...perchè anche voi non ci inviate alcune vostre foto così da rendere questo momento compartecitato e condiviso da tutti noi?
Inviatele quindi a Ignazio Sottile che provvederà a inserirle in questo spazio.
Buon tutto!
Ottaviano Molteni, servas Palermo

 

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